Creato nel 1980 ebbe immediata e duratura fortuna. Il suo nome è Pac-man, videogioco celeberrimo inventato da Toru Iawatani. Il gioco consiste nel far mangiare alla creatura sferica di colore giallo i puntini disseminati nel labirinto: alzi la mano chi non ci ha giocato almeno una volta.
Ma, sorpresa, anche in natura esistono esserini indefessi mangiatori come il nostro amico giallo. Un esercito di microbi e di funghi pronto a divorare i nostri scarti e a produrre nuovi materiali biodegradabili e a liberare la Terra dalla plastica che sta invadendo gli oceani e, sotto forma di micro particelle, l'acqua potabile e l'aria che respiriamo. Batteri, funghi e vermi che dopo aver mangiano con voluttà i materiali derivati dal petrolio li trasformano in bio-plastica amica dell'ambiente. Un risultato frutto della ricerca compiuta nei laboratori di mezzo mondo, un nuovo fronte tecnologico nel quale l'Italia svolge un ruolo d'avanguardia. Un grande lavoro attende i simpatici animaletti: si calcola che ci siano 4,9 miliardi di tonnellate di plastica in giro per il mondo. Un'altra idea dei ricercatori è trasformare l'umido della raccolta differenziata in un nuovo tipo di plastica biodegradabile sfruttando il lavoro combinato di microbi anaerobici e di aerobici. I primi scompongono le molecole in assenza di ossigeno, mentre i secondi le convertono in granuli di plastica pronti all'uso.
Cosa impariamo da questa storia? Abbiamo la conferma - l'ennesima - che dai guai causati dal progresso tecnologico si esce con più tecnologia e più ricerca scientifica non col ritorno ad un gioioso mondo preindustriale che esiste solo nei racconti di fiabe. Quello che sino a pochi anni fa sembrava impossibile oggi è diventato consuetudine vantaggiosa da ogni punto di vista. Come, ad esempio, lo sfruttamento delle risorse rinnovabili: il vento, l'energia delle maree, la luce del Sole.
Il bello della scienza sta in questo: ogni nuova scoperta genera una nuova domanda, una nuova frontiera da varcare. Un percorso infinito come l'energia del Sole. Come il piacere di concedersi un'altra partita a Pac-man prima di mettersi a lavorare sul serio.