C'è un paese che non compare quasi mai nella lista dei preferiti. Un paese da sempre oggetto di motti di spirito e barzellette. Che si attraversa in auto con il timore essere immortalati dai micidiali autovelox onnipresenti sulle sorvegliatissime autostrade. Un paese ordinato e preciso, noioso come una collezione di francobolli. Che non brilla per originalità, estro e fantasia. Un paese che sta nel cuore dell'Europa eppure rifiuta fermamente di farne parte. Nel quale le donne, incredibile ma vero, hanno avuto il diritto di voto solo nel lontano 1971. Un paese di cui si sorride chiudendo il discorso con un'alzata di spalle... ma del quale molti di noi accetterebbero al volo la possibilità di diventarne cittadini.
Come forse si era capito, stiamo parlando della "buona vecchia Svizzera", come direbbero i personaggi dei "Peantus". Alzi la mano chi non l'ha mai trovata antipatica? Per forza, è il paese perfettamente consapevole dei propri interessi che tutela e difende con formidabile efficacia. Proprio qui sta il punto: la capacità di identificare gli interessi veri, quelli fondamentali, per poi perseguirli con continuità. Questa è una dote che tutto il mondo invidia alla piccola tenace Federazione alpina.
Anche in tema di sostenibilità ambientale? Anche. Si potrà obiettare che la Svizzera ci sia arrivata tardi. Ma il punto è che una volta arrivata, la Confederazione non molla più la presa e porta a termine il progetto. La nuova strategia energetica ne è la prova: ha una visione di lungo respiro e considera di centrare gli obiettivi nel 2050.
Questa è la dichiarazione ufficiale del nuovo assetto legislativo in tema di politica energetica:
"Il 21 maggio 2017 l’elettorato ha accolto la nuova legge sull’energia. Le nuove disposizioni di legge serviranno a ridurre il consumo di energia, aumentare l'efficienza energetica e a promuovere le energie rinnovabili. Inoltre, verrà vietata la costruzione di nuove centrali nucleari. La Svizzera potrà così diminuire la dipendenza dalle energie fossili importate, rafforzando nel contempo le energie rinnovabili indigene. Da ciò risulteranno posti di lavoro e investimenti in Svizzera".
Obiettivo della legge è quello di aumentare le risorse energetiche rinnovabili endogene. I punti qualificanti della legge sono così sintetizzabili:
1. Oltre alla tradizionale energia idroelettrica, verranno potenziate le nuove energie rinnovabili: il sole, la legna, la biomassa, il vento e la geotermia. I vantaggi sono palesi: più energie rinnovabili sono disponibili, meno forte sarà la dipendenza della Svizzera dalle energie fossili importate.
2. Proseguimento del piano promozionale iniziato nel 2009: le energie rinnovabili sono sostenute mediante la rimunerazione per l’immissione di elettricità. Il sistema rimunera i produttori di elettricità da energia solare, eolica, geotermica e da biomassa o le piccole centrali idroelettriche che immettono elettricità nella rete. Le tariffe di rimunerazione saranno abbassate periodicamente per allineare le energie rinnovabili al mercato. Il sistema sarà ulteriormente ottimizzato: i gestori di impianti a partire da una certa grandezza dovranno commercializzare essi stessi la loro energia elettrica, il che li incentiverà ad immettere elettricità quando la domanda sarà elevata.
3. Le piccole centrali idroelettriche nuove non saranno più sostenute perché il loro impatto sulla natura è spesso sproporzionato rispetto alla loro produzione. Le grandi centrali idroelettriche nuove beneficeranno invece di contributi d’investimento. Questi contributi saranno concessi inoltre ai nuovi impianti fotovoltaici e a biomassa.
4. Gli impianti per l’impiego di energie rinnovabili sono riconosciuti d’interesse nazionale alla stregua della protezione della natura e del paesaggio. Nel decidere sull’autorizzazione di progetti di costruzione di grandi centrali idroelettriche e grandi impianti eolici le autorità devono ponderare in egual misura entrambi gli interessi. Ogni caso sarà comunque valutato singolarmente per tener conto delle diverse posizioni.
Tralasciamo il pur interessante capitolo riguardante i finanziamenti (nessun dubbio riguardo alla meticolosità svizzera in tema di denaro) e riflettiamo invece sull'intelligenza di un paese che in fatto di strategie ambientali dimostra di saper pensare il futuro. La formula è semplice: progettare considerando i vantaggi nel lungo periodo. E' forse questa la dote più invidiabile del paese degli orologi a cucù.