E quando i pannelli fotovoltaici non funzioneranno più? Come fare per smaltirli? Innanzitutto sottolineiamo che i moduli fotovoltaici hanno una vita stimata che va dai 50 ai 100 anni circa, anche se è verosimile che dopo i primi 20/25 anni il funzionamento dei pannelli e delle proprie celle cali in termini di resa in modo piuttosto repentino, ma con questo non è detto che smettano di funzionare. Arriverà comunque il giorno in cui questi moduli dovranno essere smaltiti, ma niente allarmismo e ora vi spiego il perché: la parte primaria dei pannelli è il silicio che è come sabbia e lo smaltimento sarà molto simile a quello che avviene per le schede dei computer o dei circuiti stampati. Non è materiale tossico, perciò non è contro natura. Altro materiale che ricopre il pannello è il vetro temperato che verrà smaltito come il cristallo e poi c’è uno strato di EVA (Etil Vinil Acetato) che si smaltirà come si fa ora con le tovaglie impermeabili. Possiamo perciò affermare che gli impianti fotovoltaici non prevedono procedure di smaltimento complesse o costose, certo non è un’operazione fai date sia per ragioni logistiche che soprattutto di smaltimento. La normativa che regola in Italia lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici è il D.lgs 151/2005, che associa tali pannelli ai comuni elettrodomestici, o meglio “rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche” (RAEE). Già ora stanno nascendo numerose associazioni che ritirano gratuitamente i pannelli fotovoltaici alla fine della loro vita utile (25 anni) per poterli poi riciclare. Vengono classificati con i codici CER 160216 o CER 160214, codici che identificano lo smaltimento di materiali elettrici (RAEE); al momento non vi è un codice che identifichi solo il modulo fotovoltaico. ATTENZIONE però, ovviamente il discorso appena fatto non è valido quando l’impianto fotovoltaico in oggetto contiene una sostanza chiamata “telloruro di cadmio”, che è una sostanza tossica, in questo caso interverranno altre norme legali che ne regoleranno lo smaltimento.