Chiudere con le bollette è decisamente il sogno di molti, se non di tutti: smettere di tremare quando si parla di crisi energetica ma soprattutto per non avere più a che fare con tariffe e accise che cambiano continuamente. Sono tante le realtà in cui si cerca (e a volte si riesce), a diventare off grid. Non parliamo ovviamente solo di aziende, ma anche di privati, di semplici case, modificate per avere la possibilità di trasformarsi da consumatrici ad auto-produttrici di energia. L’off grid è infatti il distacco totale dalla rete, non tanto della casa, ma dell’impianto fotovoltaico. Gli ingredienti fondamentali di questa ricetta magica sono un impianto fotovoltaico, una pompa di calore ed un sistema di accumulo. Per chiudere il cerchio dell’off grid si dovrebbe anche recuperare l’acqua, con l’uso di cisterne per accumulare quella piovane e con un sistema di fitodepurazione. Tra tutti i sistemi citati, resta fondamentale quello di accumulo: questo consente di accumulare l’energia prodotta in eccesso ed utilizzarla durante le ore buie (sera/notte). È stato fatto ad esempio qualche anno fa a Monsano, in provincia di Ancona costruendo una delle prime case autosufficienti d’Italia. In questo caso sono stati usati un impianto termico da 12 kilowatt termici, un impianto fotovoltaico da 12 kilowatt di picco e un mini eolico da 1 kilowatt di picco. È presente anche una pompa di calore invece della caldaia ed un sistema elettronico che controlla i consumi di energia ed evita gli sprechi. Si tratta certo di un investimento importante, che però è pronto a garantire un risparmio futuro, ma soprattutto un’importante tutela del pianeta.
Fonte: fotovoltaiconorditalia.it
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