Un’azienda è da considerarsi energivora quando supera una determinata soglia di consumi elettrici o di gas nello svolgimento della propria attività produttiva. In questo articolo, ti illustriamo i criteri, gli obblighi e le agevolazioni che caratterizzano questa tipologia di imprese.
In questo articolo ti parliamo di:
- Che cos’è un’azienda energivora
- I criteri e gli obblighi da rispettare
- I sostegni statali per queste aziende
Quando e perché un’azienda si dice essere energivora?
Quando si parla di aziende energivore, si fa riferimento a tutte quelle imprese che consumano grandi quantitativi di energia elettrica o di gas per svolgere le proprie attività. In Italia, ce ne sono circa 3.000, e operano in numerosi settori, a partire da:
- industria cartaria
- acciaierie
- industrie meccaniche
- settore alimentare
Prima del 2018, per considerarsi tali, il consumo annuo di elettricità di queste imprese doveva essere maggiore o uguale a 2,4 GWh, con un rapporto tra costo effettivo dell'energia utilizzata e fatturato uguale o superiore al 3%.
Quando è stato introdotto il Decreto MISE del 21 dicembre 2017 (entrato in vigore nel 2018) la soglia per essere considerate aziende energivore è scesa a 1 GWh. In questo modo, la normativa italiana si è allineata a quella europea in materia.
Essere un’azienda energivora, però, significa prima di tutto rispettare determinati criteri, e in secondo luogo porta ad avere sia obblighi a cui adempiere sia agevolazioni messe a disposizione dallo Stato a supporto della propria spesa energetica.
I criteri e gli obblighi che un’azienda energivora deve rispettare
Dal 1 gennaio 2018, un’azienda è energivora quando il suo consumo medio elettrico è di almeno 1 GWh/anno e quando rientra in almeno uno dei seguenti requisiti:
- l’impresa opera in un settore indicato nell’Allegato 3 delle Linee Guida della Commissione Europea 200/01 del 2014 in merito agli aiuti di Stato a favore dell’ambiente e dell’energia
- l’impresa opera in un settore indicato nell’Allegato 5 delle Linee Guida CE e presenta un indice di intensità elettrica (IIE) superiore o pari al 20% rispetto al valore aggiunto lordo a prezzo di mercato (VAL)
- quando l’azienda energivora non rientra nei primi due punti ma è inclusa negli elenchi delle imprese a forte consumo energetico della Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (CSEA) 2013 e 2014
Puoi ridurre i consumi della tua azienda energivora in modo semplice ed efficace con il fotovoltaico. Scopri di più!
Come abbiamo accennato, quando un’azienda è energivora ha anche degli obblighi che deve rispettare. Il principale è il compimento di una diagnosi energetica, introdotta con il decreto del 2017, ovvero una valutazione da effettuarsi ogni 4 anni per calcolare il consumo energetico e i possibili risparmi che si possono ottenere.
Una volta completato questo passaggio, nascono altri due obblighi da portare a compimento nel periodo che intercorre tra due diagnosi energetiche. Questi sono:
- effettuare un intervento di efficientamento energetico individuato tramite la diagnosi
- adottare sistemi di gestione conformi alle norme ISO 50001
L’effettivo rispetto di questi obblighi deve essere comunicato all’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA). Grazie a questa diagnosi, le aziende energivore potranno godere della riduzione degli oneri di sistema in fattura.
Quando un’azienda energivora non effettua la diagnosi, però, incorre in sanzioni amministrative:
- da 4.000 a 40.000 euro per le imprese che non effettuano la diagnosi
- da 2.000 a 20.000 euro per quelle che la effettuano ma non in modo conforme alle normative
I sostegni statali per le aziende energivore
La Delibera n. 921/2017/R/eel dell'Autorità per l'Energia ha apportato delle novità per le aziende energivore riguardanti il meccanismo di accesso alle agevolazioni, semplificandone il processo.
Dal 2018, infatti:
- le imprese possono usufruire degli sconti sugli oneri di sistema pagati in bolletta, in particolare si fa riferimento alla componente Asos che viene azzerata nella fattura del fornitore elettrico. Esistono due modalità di gestione dell’agevolazione:
- per le aziende con VAL superiore al 20%, viene gestita con CSEA sotto forma “una tantum” per ogni annualità
- per le aziende con VAL inferiore al 20%, la contribuzione al pagamento viene gestita in fattura del fornitore in forma di sconto
- è stata attivata una clausola del valore aggiunto, secondi cui le agevolazioni non sono calcolate in base ai consumi ma in percentuale sul valore aggiunto, quindi quando un’azienda energivora ha un'intensità sul VAL più alta paga meno
- infine, a fronte del caro bolletta e dell’aumento dei costi dell’energia elettrica nazionale, il Governo ha stabilito un credito d'imposta al 45% per le spese sostenute per la componente energetica acquistata e utilizzata fino al 31 marzo 2023
Le aziende energivore possono godere anche di altri incentivi, legati all’installazione del fotovoltaico. Scoprili nella nostra guida!