Stai considerando l’ipotesi di usufruire del reverse charge per l’installazione o la manutenzione di un impianto fotovoltaico per la tua azienda ma non sai bene come funziona? Non ti preoccupare: leggi questo articolo e scopri con T-Green tutte le informazioni più utili che ti serve sapere.
Con il 2021 ormai agli sgoccioli, è tempo di prepararsi al 2022 e scoprire quali sono i vantaggi ancora disponibili che possono facilitare l’acquisto, l’installazione e la manutenzione di impianti fotovoltaici per tutte le aziende.
Tra questi, una certezza c’è: il reverse charge. Ma di cosa si tratta? Come si può ottenere? Che cosa comporta? Trova insieme a T-Green la risposta a tutti i tuoi dubbi e tante altre informazioni su questo sistema di agevolazione fiscale!
Cos’è il reverse charge?
Partiamo dalle basi. Il regime di inversione contabile o, come è maggiormente conosciuto, reverse charge, è un meccanismo che prevede l’esonero del pagamento immediato dell’IVA da parte delle aziende. In questo caso, il debito dell’imposta diventa onere del cessionario o committente dell’operazione.
Generalmente, in una transazione, il fornitore addebita il pagamento dell’IVA in fattura al cliente. Questa operazione, però, facilita la possibilità di evasione fiscale da parte dei soggetti commissionati, che trattengono il prezzo dell’aliquota.
Per questo motivo, con il reverse charge, è il cessionario del servizio che deve emettere la fatturazione al posto del fornitore e “stravolgere” l’usuale contribuzione dell’IVA.
Come si fattura il reverse charge per il fotovoltaico?
La fatturazione è sempre obbligatoria, e può essere eseguita in due diverse modalità:
- integrando la fattura ricevuta
- emettendo un’autofattura
Nella maggior parte dei casi, si effettua una doppia registrazione della fattura integrata o dell’autofattura, pertanto l’IVA che risulta a debito viene azzerata da quella che figura a credito, e nessun esborso è dovuto.
Colui che presta il servizio emette la fattura senza addebitare l’IVA, indicando sul documento la dicitura “inversione contabile”. Il cessionario, invece, riceve e paga la fattura esente dal prezzo dell’aliquota, e provvederà a integrare la fattura con l’indicazione dell’ammontare dell’IVA.
Successivamente, quest’ultimo dovrà registrare la fattura:
- sia nel registro acquisti entro 15 giorni dalla ricezione.
- sia nel registro vendite entro il termine per l’esercizio del diritto alla detrazione, per poter godere dell’esenzione.

Quali attività rientrano nel reverse charge?
Il reverse charge si può applicare in riferimento a quali attività? Abbiamo visto che questa agevolazione può essere usufruita in caso di fornitura e installazione di pannelli fotovoltaici, ma non è tutto.
Infatti, anche per la manutenzione di impianti vale il reverse charge! Quando i tuoi pannelli necessitano di pulizia, controlli, sostituzioni o riparazioni, potrai sempre usufruire dell’incentivo fiscale.
Questo, infatti, è quanto previsto dall’art. 17 lett. a-ter del DPR 633/1972, che consente l’applicazione del reverse charge per servizi di pulizia, demolizione, installazione di impianti e completamento relativi a edifici.
Vediamo ora in quali casi è possibile applicare l’inversione contabile.
Fotovoltaico e reverse charge: ambiti di applicazione
L’installazione e la fornitura di pannelli fotovoltaici possono godere di reverse charge nel caso di:
- impianti integrati o semi-integrati all’azienda, ovvero quando sono posizionati sul tetto, sugli edifici, o realizzati in aree di pertinenza dell’impresa, altrimenti l’operazione non è attuabile.
- impianti fotovoltaici a terra, posizionati all’esterno degli edifici, nel caso in cui costituiscano parte integrante dell’area aziendale. Altrimenti, se non sono funzionali all’impresa, non possono essere installati.
Invece, in caso di manutenzione, il reverse charge si può applicare anche laddove questa operazione venga realizzata da un soggetto diverso dal fornitore e dall’installatore.
Vuoi sapere di più sugli impianti integrati? Leggi questa pagina: Tetti fotovoltaici integrati
Impianti fotovoltaici, IVA e reverse charge: un esempio pratico
Per capire meglio come si applica l’IVA sugli impianti fotovoltaici con il reverse charge, cosa comporta l’esenzione e come figureranno le fatture emesse per le operazioni di fornitura, installazione, manutenzione, ti mostriamo un semplice esempio.
Sappiamo che il fotovoltaico gode di un’aliquota agevolata del 10%, così come stabilito di recente dalla Corte di Cassazione. Se per esempio un’azienda decide di acquistare pannelli da 20 kW che, ipotizziamo, abbiano un costo di circa 40.000 euro, l’IVA dovuta sarà quindi pari a 4.000 euro.
Pertanto, come spiegato in precedenza, nel caso di fornitura e installazione di un impianto fotovoltaico con reverse charge, il cessionario è tenuto a integrare l’imposta direttamente sulla fattura ricevuta, e a inserire quest’ultima sia nel registro delle fatture emesse, sia in quello degli acquisti.
