Impianti fotovoltaici e reverse charge: cosa devi sapere

mag 29, 2024 Categoria: Fotovoltaico commerciale

Stai considerando l’ipotesi di usufruire del reverse charge per l’installazione o la manutenzione di un impianto fotovoltaico per la tua azienda ma non sai bene come funziona? Non ti preoccupare: leggi questo articolo e scopri con T-Green tutte le informazioni più utili che ti serve sapere.


impianti fotovoltaici


Quali sono gli incentivi ancora disponibili per facilitare l’acquisto, l’installazione e la manutenzione di impianti fotovoltaici per tutte le aziende?

Una certezza c’è: il reverse charge. Ma di cosa si tratta? Come si può ottenere? Che cosa comporta? 

In questo articolo scopriamo:

Cos’è il reverse charge?

Partiamo dalle basi. Il regime di inversione contabile o, come è maggiormente conosciuto, reverse charge, è un meccanismo che prevede l’esonero del pagamento immediato dell’IVA da parte delle aziende. In questo caso, il debito dell’imposta diventa onere del cessionario o committente dell’operazione.

Generalmente, in una transazione, il fornitore addebita il pagamento dell’IVA in fattura al cliente. Questa operazione, però, facilita la possibilità di evasione fiscale da parte dei soggetti commissionati, che trattengono il prezzo dell’aliquota.

Per questo motivo, con il reverse charge, è il cessionario del servizio che deve emettere la fatturazione al posto del fornitore e “stravolgere” l’usuale contribuzione dell’IVA. Già in vigore da qualche anno, questo incentivo è stato rinnovato fino al 31 dicembre 2026.

Come si fattura il reverse charge per il fotovoltaico?

La fatturazione è sempre obbligatoria, e può essere eseguita in due diverse modalità:

  • integrando la fattura ricevuta
  • emettendo un’autofattura

Nella maggior parte dei casi, si effettua una doppia registrazione della fattura integrata o dell’autofattura, pertanto l’IVA che risulta a debito viene azzerata da quella che figura a credito, e nessun esborso è dovuto.

Colui che presta il servizio emette la fattura senza addebitare l’IVA, indicando sul documento la dicitura “inversione contabile”. Il cessionario, invece, riceve e paga la fattura esente dal prezzo dell’aliquota, e provvederà a integrare la fattura con l’indicazione dell’ammontare dell’IVA.

Successivamente, quest’ultimo dovrà registrare la fattura:

  • sia nel registro acquisti entro 15 giorni dalla ricezione.

  • sia nel registro vendite entro il termine per l’esercizio del diritto alla detrazione, per poter godere dell’esenzione.

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Quali attività rientrano nel reverse charge?

Il reverse charge si può applicare in riferimento a quali attività? Abbiamo visto che questa agevolazione può essere usufruita in caso di fornitura e installazione di pannelli fotovoltaici, ma non è tutto. 

Infatti, anche per la manutenzione di impianti vale il reverse charge! Quando i tuoi pannelli necessitano di pulizia, controlli, sostituzioni o riparazioni, potrai sempre usufruire dell’incentivo fiscale.

Questo, infatti, è quanto previsto dall’art. 17 lett. a-ter del DPR 633/1972, che consente l’applicazione del reverse charge per servizi di pulizia, demolizione, installazione di impianti e completamento relativi a edifici.

Vediamo ora in quali casi è possibile applicare l’inversione contabile.

I requisiti per l'installazione di un impianto fotovoltaico tramite reverse charge

Per usufruire del reverse charge nella fornitura e installazione di un impianto fotovoltaico, è necessario soddisfare alcuni requisiti chiave. Entrambi i soggetti coinvolti devono:

  • essere contribuenti passivi d’imposta (IVA)
  • essere registrati
  • risiedere nel territorio italiano. 

Non hai la certezza di poter godere del reverse charge per l'esonero dal pagamento dell'aliquota IVA? T-Green è al tuo servizio per darti le risposte che cerchi.

 

Fotovoltaico e reverse charge: ambiti di applicazione

La fornitura e la posa in opera di un impianto fotovoltaico possono godere di reverse charge nel caso di:

  • impianti integrati o semi-integrati all’azienda, ovvero quando sono posizionati sul tetto, sugli edifici, o realizzati in aree di pertinenza dell’impresa, altrimenti l’operazione non è attuabile.

  • impianti fotovoltaici a terra, posizionati all’esterno degli edifici, nel caso in cui costituiscano parte integrante dell’area aziendale. Altrimenti, se non sono funzionali all’impresa, non possono essere installati.

Invece, in caso di manutenzione, il reverse charge si può applicare anche laddove questa operazione venga realizzata da un soggetto diverso dal fornitore e dall’installatore.


Vuoi sapere di più sugli impianti integrati? Leggi questa pagina: Tetti fotovoltaici integrati

Impianti fotovoltaici, IVA e reverse charge: un esempio pratico

Per capire meglio come si applica l’IVA sugli impianti fotovoltaici con il reverse charge, cosa comporta l’esenzione e come figureranno le fatture emesse per le operazioni di fornitura, installazione, manutenzione, ti mostriamo un semplice esempio.

Sappiamo che il fotovoltaico gode di un’aliquota agevolata del 10%, così come stabilito di recente dalla Corte di Cassazione. Se per esempio un’azienda decide di acquistare pannelli da 20 kW che, ipotizziamo, abbiano un costo di circa 40.000 euro, l’IVA dovuta sarà quindi pari a 4.000 euro.

Pertanto, come spiegato in precedenza, nel caso di fornitura e installazione di un impianto fotovoltaico con reverse charge, il cessionario è tenuto a integrare l’imposta direttamente sulla fattura ricevuta, e a inserire quest’ultima sia nel registro delle fatture emesse, sia in quello degli acquisti.

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Non solo esenzione dall'IVA tramite reverse charge: le altre agevolazioni per il fotovoltaico

Abbiamo visto che 'installazione di un impianto fotovoltaico con il sistema di reverse charge rappresenta una significativa agevolazione fiscale, permettendo alle aziende di ricevere la fattura senza l'applicazione dell'IVA.

Tuttavia, esistono altre interessanti agevolazioni che possono rendere ancora più conveniente l'investimento nel fotovoltaico nel 2024. Tra queste troviamo:

  • Nuova Sabatini: Questo incentivo supporta gli investimenti green con un tasso di interesse agevolato del 3,575%. È destinato alle micro, piccole e medie imprese e il finanziamento può variare tra 20 mila e 4 milioni di euro e viene erogato in un'unica soluzione, con una durata massima di 5 anni​

  • Decreto FER2: Un'evoluzione del Decreto FER1, questo incentivo offre agevolazioni per l'adozione di tecnologie sostenibili, tra cui gli impianti fotovoltaici. Le aziende che desiderano installare impianti fino a 5.000 kW possono beneficiare di questo decreto, valido fino al 31 dicembre 2028

  • Piano di Transizione 5.0: Questa iniziativa sostiene la transizione energetica delle imprese verso un modello di sviluppo sostenibile ed efficiente, incentrato sull'utilizzo di fonti di energia rinnovabili come il fotovoltaico. Il piano prevede crediti d'imposta per le spese sostenute tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025. Al momento, è in fase di bozza nella Legge di Bilancio 2024 e dovrà essere attivato ufficialmente

  • Comunità Energetiche: Le comunità energetiche permettono a gruppi di soggetti di collaborare per la produzione e l'uso dell'energia elettrica. Gli incentivi sono accessibili tramite bandi regionali e offrono prezzi agevolati per il consumo energetico, oltre alla possibilità di rivendere l'energia non consumata alla rete. Nel gennaio 2024, il Ministero dell'Ambiente ha confermato gli incentivi per le Comunità Energetiche

  • Ritiro Dedicato/Scambio sul posto: Questo meccanismo permette ai produttori di energia elettrica tramite fotovoltaico di commercializzare l’elettricità prodotta e non autoconsumata. Il GSE pagherà un determinato prezzo per ogni kWh immesso in rete

Tutte queste misure, combinate con il reverse charge, offrono un panorama di opportunità per le aziende intenzionate a investire nel fotovoltaico.

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