Vuoi vendere in modo semplice l’energia che il tuo impianto fotovoltaico produce in eccesso? Il ritiro dedicato è semplice: scopri di cosa si tratta e qual è la differenza rispetto allo scambio sul posto.
In questo articolo approfondiamo i seguenti argomenti:
- L’ipotetica fine dello scambio sul posto
- Che cos’è il ritiro dedicato
- I prezzi minimi garantiti
- Differenze ritiro dedicato e scambio sul posto
- Ritiro dedicato + Superbonus: si può fare?
L’ipotetica fine dello scambio sul posto
Sono diversi anni che si sente parlare della volontà di dare una fine al meccanismo di scambio sul posto. Ancora nulla è certo, ci sono normative ancora da confermare e meccanismi da valutare, ma è probabile che a partire dalla fine del 2024, il meccanismo dello scambio sul posto, che ha consentito ai proprietari di impianti fotovoltaici di scambiare l'energia in eccesso con la rete elettrica, terminerà. Ciò significa che, a meno di interventi normativi, l'unico regime commerciale disponibile per la vendita dell'elettricità autoprodotta sarà il ritiro dedicato.
Se cosi sarà, a partire dal 2025, i proprietari di impianti fotovoltaici dovranno aderire al ritiro dedicato per ottenere un corrispettivo economico per l'energia immessa nella rete nazionale, eliminando così la possibilità di beneficiare dello scambio sul posto. Questo cambiamento normativo avrà un impatto significativo sul settore dell'energia solare e richiederà una nuova gestione e pianificazione da parte dei proprietari di impianti fotovoltaici, ma non c’è nulla da temere, l’obiettivo è quello di semplificare, non complicare.
Che cos’è il ritiro dedicato
Il ritiro dedicato, conosciuto anche come RID, rappresenta una forma di compensazione per la vendita dell'elettricità generata da un impianto fotovoltaico e non consumata direttamente, ma immessa nella rete nazionale. In pratica, il proprietario dell'impianto trasferisce al GSE (Gestore dei Servizi Energetici) l'acquisto di tutta l'energia prodotta in eccesso rispetto al consumo domestico. Questa modalità semplificata di vendita non richiede l'apertura di un'attività commerciale o l'ottenimento di una partita IVA, a meno che l'impianto non superi una potenza di 20 kW.
Quali sono i vantaggi del ritiro dedicato, ovvero la vendita al GSE?
La semplicità gestionale del ritiro dedicato rispetto ad altre opzioni come la vendita al grossista è notevole perché:
- Non devi avere a che fare con la Borsa Elettrica o con mercati non regolamentati;
- Hai la garanzia di una maggiore redditività rispetto ai prezzi medi di mercato, grazie ai prezzi minimi garantiti dal GSE;
- L'azienda installatrice, nel tuo caso T-Green, si occupa di tutte le pratiche burocratiche.
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I prezzi minimi garantiti
I prezzi minimi garantiti dal GSE per il corrispettivo sull’energia prodotta non utilizzata (ritiro dedicato) sono stati rimodulati per il 2023 in base ai costi di gestione rivisti degli impianti di produzione.
Si parte dai valori vigenti dell'anno precedente e si tiene conto del tasso di variazione annuale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, come rilevato dall'ISTAT. L'arrotondamento viene effettuato alla prima cifra decimale, seguendo il criterio commerciale.
Ecco la tabella riepilogativa:
Prezzi minimi garantiti per l'anno 2023
A differenza dello Scambio sul Posto, che viene pagato in due acconti e un conguaglio, una volta attivata la convenzione, il Ritiro Dedicato viene pagato mensilmente con bonifici a cadenza regolare.
Differenze ritiro dedicato e scambio sul posto
Le differenze principali tra il ritiro dedicato e lo scambio sul posto sono legate alla destinazione dell'energia prodotta e alla gestione dei flussi di energia. Nel ritiro dedicato, l'energia viene venduta a un soggetto terzo, mentre nello scambio sul posto, l'energia viene consumata direttamente dal produttore con possibilità di scambio con la rete elettrica. Vediamolo nello specifico:
- Ritiro dedicato: nel ritiro dedicato, l'energia prodotta da un impianto di energia rinnovabile viene interamente venduta a un soggetto terzo, solitamente un gestore di rete o un'azienda energetica. L'energia viene "dedicata" al soggetto che la acquista, che si assume la responsabilità di ritirarla e di pagare un prezzo concordato al produttore dell'energia. Il ritiro dedicato garantisce un flusso di reddito stabile per il produttore dell'energia rinnovabile.
- Scambio sul posto: lo scambio sul posto, noto anche come "autoconsumo remunerato" o "scambio sul posto con ritiro netto", permette a un produttore di energia rinnovabile di utilizzare direttamente l'energia prodotta per le proprie esigenze, riducendo la dipendenza dalla rete elettrica pubblica. L'energia in eccesso non utilizzata viene invece immessa nella rete elettrica, e il produttore riceve un credito per l'energia immessa. Il credito può poi essere utilizzato per coprire il consumo energetico in periodi in cui la produzione è inferiore al consumo.
Ritiro dedicato + Superbonus: si può fare?
La risposta è sì, è possibile combinare il ritiro dedicato dell'energia prodotta da un impianto di energia rinnovabile con l'utilizzo del Superbonus. L'energia prodotta può essere interamente venduta a un soggetto terzo tramite il ritiro dedicato, generando un reddito stabile per il produttore. Nel contempo, l'installazione dell'impianto fotovoltaico può rientrare tra gli interventi ammissibili per il Superbonus, consentendo di usufruire dell'incentivo fiscale per le spese sostenute per l'acquisto e l'installazione del sistema fotovoltaico.
Nel caso del ritiro dedicato, il beneficiario deve comunicare il mix di fonti energetiche utilizzate per un determinato anno al GSE entro il 31 marzo dell'anno successivo, tramite un canale telematico. Questa comunicazione è necessaria per monitorare e verificare l'origine dell'energia prodotta.
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